Frederik Pohl - Il mondo alla fine del tempo by Anonymous

autore:Anonymous [Anonymous]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-12-28T16:00:00+00:00

17

Le prime migliaia di anni di Wan-To nella galassia che era la sua nuova casa passarono in un lampo e lui fu sempre occupato. C’era così tanto da fare!

Logicamente, nessuna delle sue attività era davvero difficile per lui. Non c’era niente che non avesse già fatto parecchie volte: dopo tutto, quella era la sua ventesima o trentesima stella, per non parlare del fatto che si trattava della sua terza galassia. Aveva una pratica sterminata: così sapeva esattamente quali cose fare per prime e come farle.

Le prime due cose furono annusare tutti gli angoli della sua stella e ricostruire gli occhi esterni. Non impiegò molto tempo. Un secolo o due, ed era già a casa sua. Questa volta, Wan-To aveva scelto una F-9, una stella un po’ più grande e luminosa di quasi tutte quelle che aveva abitato in passato, ma gli piaceva l’idea di un po’ di energia in più, cioè di qualche comodità in più.

Poi dovette controllare il resto della nuova galassia. Necessariamente, la cosa richiese parecchio più tempo. Significava creare qualche migliaio di coppie Einstein-Rosen-Podolsky e spedirle in giro per altre parti della galassia, in modo che lui potesse tenere d’occhio tutto ciò che accadeva nel nuovo territorio dove si era insediato.

Wan-To non poté fare a meno di avvertire una certa tensione durante quel periodo. Dopo tutto, una galassia è grande. Quella che aveva scelto possedeva circa quattrocento miliardi di stelle, con una struttura a spirale ben definita: un ambiente estremamente confortevole, ma come poteva essere certo che in qualche angolo non si annidasse un elemento indesiderabile?

I rapporti dei suoi pacchetti ERP cominciarono ad arrivare, e non segnalavano niente. Per quanto Wan-To poteva saperne (e ne sapeva parecchio), tutti gli oggetti della galassia obbedivano alle stupide leggi naturali della fisica. Non c’erano sgradevoli segni di manipolazioni artificiali: nessuna struttura inspiegabile nelle fotosfere dei miliardi di stelle che studiò nei minimi particolari, nessuna radiazione captata dai suoi sensori che non fosse giustificata dalla forza bruta dei processi naturali.

Wan-To cominciò a rilassarsi. Aveva trovato una casa sicura! Come un antico montanaro che sbucasse per la prima volta in una verdeggiante valle degli Appalachi, si rese conto di avere a disposizione un grande spazio da ripulire e seminare e fecondare e possedere; e come uno di quei montanari, avrebbe potuto dire: «Questo è il mio posto».

Era al sicuro.

Solo dopo essersi ben sistemato nella nuova casa, con tutti i sensori disposti in bell’ordine che gli inviavano rapporti rassicuranti, gli venne da porsi la domanda successiva: «Al sicuro per fare cosa?»

Rifletté a lungo sull’interrogativo. Non era uno spirito religioso. Il pensiero di una «religione» non gli era mai passato per la mente, nemmeno una sola volta in tutti i miliardi di anni da che aveva scoperto di essere vivo. Wan-To non poteva credere in un dio, visto che lui stesso, da ogni possibile punto di vista, era il dio più onnipotente ed eterno che riuscisse a immaginare.

Però, di tanto in tanto, inquietanti domande di quella natura si affacciavano nella sua vasta mente. Un filosofo umano le avrebbe definite «teologiche».

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